Le Matonele

Donne e uomini verso un'altra società

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Cos’è che ci lega indissolubilmente al nostro territorio?

Io non sono nata in Valpolicella, mi sono trasferita li con mia madre e i miei fratelli quando avevo tre anni, Mia mamma è trentina, quindi posso tranquillamente dire che sono “foresta”, straniera in gergo.
Da subito mi è venuto naturale pensare che il legame che una persona può avere con la sua terra sia un fattore di nascita e conseguentemente di cultura ma non è così. Ho visto contadini che avvelenano e distruggono tutto in nome di facili gudagni, così come ho visto gente venuta dalla città che per amore della natura, hanno speso una vita cercando di proteggere il luogo nel quale sono venuti a vivere.

L’ultima volta vi ho lasciato con una domanda che ora riprendo: “Quanta terra mi spetta di diritto in questa Italia, che non sia inquinata, cementata, di altri che non la usano?”

La domanda era di fondamentale importanza e allora ho fatto un po’ di ricerca, concentrandomi sul Veneto e facendo i cosiddetti calcoli della serva per capire quanta terra coltivabile ci spetta per diritto in maniera da garantire la nostra sussitenza alimentare. Anche in quel caso, non troppo lontano, che non fossero più disponibili i trasferimenti di cibo da una parte all’altra del mondo a causa dell’aumento esponenziale del petrolio e la monocoltura basata sui fertilizzanti chimici anch’essi derivati dal petrolio.

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Terra al popolo. Se dovessimo attuare una perequazione agraria, quanta terra ci spetterebbe? Quali ostacoli pratici si frappongono a questa rivoluzione?

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In diversi periodi della storia in varie parti del mondo capita che ad un certo punto le terre coltivabili siano gestite da latifondisti o da grandi poteri prosegui la lettura…