Visto che è primavera nei giorni scorsi sono andato a fare un giro in bicicletta per la valpolicella in cerca delle bellissime fioriture dei ciliegi, ho subito un colpo quando ho trovato che molte zone che ricordavo come erano pochi anni fa adesso sono state spianate dalle ruspe e del paesaggio che andavo cercando non ne rimaneva quasi nulla.

Rimanendo al bordo di queste devastazioni mi sono tornati alla mente i ricordi dei vigneti di quando ero bambino, che terribile differenza camminare nei vigneti di oggi rispetto a quelli.

Mi ricordo che il terreno aveva le sue naturali ondulazioni e ci cresceva rigogliosa l’erba, spesso c’erano alberi di ciliegio che sostenevano i filari, c’era vita nel vigneto, il ronzio degli insetti, le rondini che sfrecciavano e il loro richiamo esuberante, in estate altri uccellini costruivano i loro nidi dove era più fitto il fogliame, a volte si incontravano anche serpenti che strisciavano sopra il fogliame in cerca dei nidi.

Spesso fra un vigneto e l’altro i campi erano verdi di quel verde intenso di primavera quando cresceva il grano, che poi in estate imbiondiva creando contrasti colorati con il fogliame e i campi coltivati a erba medica.

I vigneti erano ambienti vivi che pulsavano di suoni e colori che cambiavano con le stagioni.

Adesso nei vigneti moderni c’è il silenzio, raramente si sentono canti di uccelli o ronzii di insetti, ci sono file interminabili di paletti metallici, tutto appare così ordinato ma senza vita, è terribile da vedere e da ascoltare.

Addentrarmi in questo paesaggio così devastato mi ricorda la morte.

La ricchezza di biodiversità che ha permesso all’uomo di sopravvivere per migliaia di anni in pochi decenni è stata decimata dall’ingordigia e dall’assoluto disprezzo di tutto quello che non è utile a creare profitto, quanta tristezza rimane nel cuore.

Vedendo quella che a me appare come indifferenza dei più, a volte mi chiedo se questi ricordi, se queste mie sensazioni sono reali o se sono io che deformo la realtà, che esagero. Ma quando passo in quei luoghi che ancora (r)esistono rispettati dall’uomo e ritrovo i suoni e colori della vita ritrovo anche un senso dentro me stesso che altrimenti sento vacillare.

Riusciremo un giorno noi esseri umani a vivere in armonia con la vita che ci circonda?