Facciamo come i tedeschi? No, per carità: visto l’andazzo, meglio essere degli ottusi, borbonici, inefficienti e incompetenti italiani.

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È opinione diffusa tra gli ecologisti classici che nazioni europee più fredde della nostra siano più avanti ecologicamente.

Dal punto di vista generale siamo abbastanza d’accordo, ma non è detto che l’essere avanti sia necessariamente un fatto benigno. Non vivo questa presunta supremazia nordeuropea come uno svantaggio. Probabilmente è vero che i civili abitanti di quelle lande sono più progrediti di noi, ma è sulla valenza positiva delle parole civile e progredito che esprimo molte riserve.

Guardando la realtà per singoli aspetti parziali, è indubbio che l’operosa civiltà dei tedeschi non possa che creare ammirazione. Lodiamo senz’altro il fatto che città fornite di una qualche attrattiva turistica siano state lasciate, nell’arco degli ultimi trenta o quarant’anni, inalterate dal punto di vista paesaggistico, il fatto che sia stato impedito l’inurbamento selvaggio che caratterizza i nostri quartieri dormitorio. Ci provoca persino invidia l’aver collocato i centri commerciali all’interno delle aree industriali dismesse, l’aver privilegiato la mobilità pubblica, l’aver incentivato le biciclette, anche attraverso la costruzione di impeccabili reti di piste ciclabili.

Ma occorre guardare la realtà con un approccio un po’ più olistico: i nostri cugini tedeschi non sono affatto più attrezzati rispetto a noi in caso di crisi energetica, ambientale o di alcune materie prime. Il miglior comportamento dal punto di vista ambientale, paesaggistico, urbanistico mostra solo che loro sono tedeschi: individuata una via, loro la applicano con maggior rigore e raziocinio di quanto non siamo abituati a fare noi sudisti (e con questa parola comprendo anche i casinari e palazzinari padani, che a Verona mostrano di essere non meno nocivi dei loro colleghi sud-italici).

Imboccata una strada, il teutone la percorre con più convinzione, velocità, efficacia ed efficienza di quanto non riusciamo a fare noi. Quando la strada è virtuosa, dettata dal buonsenso, i risultati sono così evidenti da imprimerci un senso di inferiorità (loro sì che sono avanti), ma se consideriamo tutti gli aspetti della civile società germanica, vediamo che non è tutto oro.

Per esempio, la popolazione sassone ha abbracciato il sistema capitalistico che noi tanto critichiamo, padre del consumismo distruttivo, con la stessa velocità e convinzione con cui tutelano il proprio territorio. Ne abbiamo avuto la prova durante la crisi finanziaria del 2008. Prima di quella data, le banche italiane erano considerate estremamente arretrate rispetto alle sorelle alemanne.

Troppo poco dinamiche, troppo ancorate a schemi di costo antiquati: facevano per esempio pagare i servizi agli utenti, invece che trarre utili da speculazioni finanziarie ardite su derivati. Sappiamo come andò: nel 2008 fecero il botto proprio i sistemi finanziari più evoluti, mentre quello italiano, arretrato, burocratizzato, antiquato, borbonico, restò in piedi, usufruendo solo in minima parte del sostegno pubblico che caratterizzò l’esperienza centro e nordeuropea.

Il recente scandalo diossina mostra quanto avanzata sia la loro filiera dell’agricoltura e dell’allevamento. In un settore in cui i margini sono così limitati da non riuscire a remunerare capitale e lavoro, e spesso nemmeno a coprire i costi vivi, bisogna ingegnarsi per far quadrare i conti, e correre.

Una memorabile puntata di Report,  mostrò come gli allevatori ricavino molto di più dall’incenerimento della cacca rispetto alla produzione di uova. Il business dei rifiuti (dei loro stessi rifiuti) è divenuto l’unico sostegno delle aziende agricole!

Nella terra dei teutoni la vita, il lavoro, le macchine costano molto più che in Italia, mentre uova e carne, grazie alla globalizzazione, sono vendute allo stesso prezzo che in Italia non permette di sbarcare il lunario. Logico, in questa situazione, che qualcuno, non tutti per carità, cerchi delle scorciatoie a base di diossina.

Certo, anche noi abbiamo avuto le nostre brave mozzarelle alla diossina, ma era sempre una questione legata alle discariche abusive, alle acque di falda, quindi al territorio. In Germania, no, questi fanno sul serio: rifiuti industriali nei mangimi.

I nostri cugini crucchi sono semplicemente più efficienti di noi, per cui quando fanno qualcosa, lo fanno semplicemente meglio. La tutela dell’aria, dell’acqua, del paesaggio, sono tutte cose che sanno fare molto meglio di noi.

Ma anche se si tratta di percorrere la strada sbagliata del consumismo e della crescita infinita, anche lì sono i migliori. Non a caso in questo periodo di crisi, i primi a iniziare la ripresa sono loro, la locomotiva d’Europa. E si porteranno dietro altri vagoni, le economie che sapranno tenere il loro passo.

Non a caso la grande industria si basa sull’automobile, di cui sono i leader indiscussi, e non a caso sono i maggiori produttori mondiali di SUV e di auto di grossa cilindrata.

Per fortuna siamo degli incompetenti, ottusi, borbonici e inefficienti italiani.