Sembra un controsenso, ma quando si parla di GAS, è meglio la stampa berlusconiana rispetto a quella di centro o di sinistra.

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Parliamo di un quotidiano decisamente fuori dalle righe, che soprattutto in questa delicata fase politica mostra spesso la sua arroganza nel difendere l’indifendibile e nell’uso spregiudicato delle peggiori armi del giornalismo.

Eppure sul Giornale un articolo di questi giorni, che parla dei Gruppi di Acquisto Solidale, descrive il fenomeno con un’accuratezza e una precisione che non abbiamo riscontrato in altri periodici di massa.

Parla di un sistema alternativo al supermercato e al centro commerciale, dell’impegno e del sacrificio che si richiede ai membri, e si avventura persino in un’analisi psico-sociologica sulla natura italica a stare in branco, a dire il vero piuttosto condivisibile.

La rassegna prosegue con un articolo di stamattina che parla di Astorflex e dei produttori indipendenti, con un’altra appropriata introduzione sui GAS. Si legge tra l’altro: “C’é chi si lamenta della globalizzazione ma poi compra solo beni firmati. Loro, invece, agiscono.”

Certo, l’accento sul significato etico e politico del movimento è piuttosto sfumato, stiamo sempre parlando del quotidiano appartenente alla famiglia Berlusconi, ma rispetto alle castronerie trovate su quotidiani più autorevoli come il Corriere o la Repubblica, siamo davvero su un altro pianeta.