Alle celebrazioni del 25 aprile si è sovrapposta l’ingombrante “Colonna della Libertà”, la rievocazione celebrativa dell’ingresso delle truppe alleate nell’aprile del 1945 a Verona. Il dio della guerra è tremendamente più potente di quello della pace.

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Ho provato disagio, nella ricorrenza della liberazione dal nazifascismo, a vedere la mia città occupata da strumenti di morte, per giunta salutati da cittadini festanti.

Nessun pacifista, si sa, può opporsi alla forza delle rievocazioni belliche: per gli anziani si tratta di ricordare una pagina indimenticabile della loro vita, per gli adulti un modo diverso per ammazzare il tempo, per i bambini, poi, uno Sherman è meglio della Ducati di Valentino Rossi.

Ero abituato, il 25 aprile, a festeggiare la Resistenza, più che l’invasione degli Alleati. Anche quella partigiana, lo so, fu una guerra, con morti, feriti e disperazione, ma i carri armati in Piazza Bra mi hanno ugualmente scosso.

L’unica consolazione, di fronte alla parata militare subita controvoglia nel tentativo di attraversare la città in bicicletta, è stata quella di canticchiare le parole di “Uh, mammà” di Mimmo Cavallo (ascoltabile qui):

– “ci stanno occupando, uh mammà”
– “è un fatto temporaneo, poi ci dovrebbero lasciare”
– “hanno aggiunto alla bandiera uno stemma blu, uh mammà”
– “non sei contento, figlio mio: mo’ teniamo nù colore in più

so’ fratelli a noi, so’ fratelli a noi, so’ fratelli a noi, ci vengono a liberà”.

Contemporaneamente le autorità politiche italiane hanno deciso il cambio di strategia militare per l’intervento in Libia, partecipando direttamente ai bombardamenti. Mala tempora currunt.

 

Approfondimenti:

– Per la pace nonostante tutto