“One Tonne Life”: Volvo vuole dimostrare che si può vivere producendo una sola tonnellata di CO2 l’anno, mantenendo uno stile di vita da ecofighetti. Artifizi contabili e menzogne degni della finanza malata.
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Le aziende svedesi Volvo, A-hus e Vattenfall hanno lanciatoOne Tonne Life, una sperimentazione in cui una famiglia deve riuscire a ridurre il livello di CO2 emessa da ogni persona durante l’anno a una sola tonnellata.

I risultati sono incoraggianti: i membri della famiglia Lindell, protagonisti del test, emettevano quasi 7,3 tonnellate di anidride carbonica a testa, e  dopo meno di 100 giorni il loro livello è sceso a 2,6 tonnellate, con un miglioramento netto del 64%.

“Bene”, mi sono detto, cercando di superare le mie diffidenze per un programma di decrescita creato da mega-aziende industriali. Ma l’analisi dei dati ha confermato i miei peggiori sospetti.

Prima di tutto le foto: mostrano una casa enorme, piena di pannelli, con un macchinone (Volvo, ovviamente) parcheggiato nell’elegante garage. Gli interni, i mobili, tutto fa pensare a uno stile di vita tutt’altro che spartano. La sensazione è che i Lindell non si facciano mancare niente.

Ma non facciamoci prendere dall’antipatia: il problema principale è il macchinone. L’impatto maggiore del nostro assurdo stile di vita è dato dalla mobilità: i più ottimisti credono che dovremmo cambiare il nostro parco auto per vetture più piccole, leggere, senza molti attriti. Altri, più opportunamente, parlano solo di bici e mobilità pubblica. “One Tonne Life” no. Tenetevi pure il macchinone. Forse è a pedali…

Il comunicato ufficiale conferma le nostre deduzioni termodinamiche: “Uno dei tagli più drastici alle emissioni di CO2 (-93%) è venuto proprio dall’utilizzo della Volvo C30 Electric.” Ottimo: anche gli svedesi concordano che il problema maggiore sia la mobilità.

Ma l’auto che si vede nel garage è di dimensioni generose, e credo avrà prestazioni diverse da quelle di un Ape 50. Come farà da sola a dimezzare l’emissione di CO2 dei Lindell? Semplice: la presa di corrente di casa è “rifornita da elettricità ottenuta con impianti idroelettrici.

Avete capito che furbi? Il taglio delle emissioni è dovuto in massima parte (93%) all’aver convertito il macchinone da gasolio a elettricità. Anche un pirla, però, sa che l’elettricità si produce in massima parte con i combustibili fossili. Quindi, voilà, con un artifizio contabile facciamo provenire dall’idroelettrico tutta l’energia che ci serve. E così la mobilità passa a ‘emissioni zero’. Gli artefici del crac Parmalat non avrebbero saputo fare di meglio!

Pazienza se l’energia idroelettrica, che comunque non è esente da impatto ambientale, non basterà a farci muovere tutti: i Lindell vanno a energia idroelettrica, gli altri si arrangino.

Il problema è più serio di quanto appaia: dopo anni di crisi economica, di emergenza climatica, di tensione sulle materie prime, i nostri temi, i nostri appelli alla sostenibilità, alla sobrietà, alla decrescita sono usciti dall’oblio. Ce ne rallegriamo.

Ma al posto del silenzio, ora abbiamo un avversario molto più insidioso: l’informazione parziale. L’industria e i media hanno capito che non si può più nascondere la montagna, e ora ammettono che il problema esiste. La soluzione però è pronta, e passa per la tecnologia: nuove case, nuovi elettrodomestici, auto veloci e pesanti come quelle attuali, ma elettriche. Salvare il pianeta è facile, e pure trendy.

Un comodo lavaggio di coscienza, che ricorda la raccolta della carta stagnola per comprare i cani per i ciechi, o quella dei codici a barre per le carrozzelle per i disabili. Pochi inutili gesti per sottrarsi alla responsabilità.

Se continuiamo a violentare la terra a questo ritmo, gli scenari più ottimisti ci vedranno alle prese con carenza alimentare, trasporti ridotti al lumicino, assenza di regole e instabilità sociale. Ma la vita sarà più serena a bordo della nostra nuova Volvo C30 Electric.

Approfondimenti:

La crisi
La crisi II
Ottimisti e pessimisti
Il motore dell’ecofighetto (4)
Le multinazionali e l’ecofighetto (2)
La comoda etica dell’eco-fighetto (1)