Riflessioni a partire dall’e-Cat, il miracoloso apparecchio per la fusione fredda, l’ultima chimera propagandata dalla contro-informazione scientifica.

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Di fronte ai sempre più sinistri segnali dal petrolio, che ormai ha chiaramente raggiunto il picco di produzione, le reazioni più frequenti sono due: quella che cerca una soluzione nella tecnologia e l’altra che invece la cerca dentro di noi, nella nostra avidità e nel nostro stile di vita. Inutile dire che propendiamo per la seconda.

Tra i seguaci della tecnologia, accanto a chi si affida alle buone e vecchie energie rinnovabili, c’è chi spera ardentemente in un’ipotetica invenzione geniale, la scoperta che garantirà prosperità e sicurezza per noi e le generazioni a venire.

Abbiamo già parlato della foglia artificiale di Nocera, un tecnomago che appare essere più serio dei media che parlano di lui, ma quello di cui vogliamo parlare ora ha le caratteristiche e il fascino dell’avventuriero, per alcuni cialtrone patentato, per altri eroe incompreso e vittima di complotti internazionali, a seconda di come lo si prende.

Si chiama Andrea Rossi, persona con una storia non cristallina alle spalle, e assicura di aver industrializzato e reso vantaggioso il principio della fusione fredda. In questo particolare campo della ricerca, Rossi arriva buon ultimo, dopo una sfilza di ricercatori più o meno sbertucciati dall’evidenza scientifica dal 1989 (esperimenti di Fleischmann/Pons) fino ai giorni nostri.

In particolare, Rossi riprende un esperimento, sempre italiano, da parte dei fisici Piantelli e Focardi del 1994, rispetto al quale ha aggiunto un ingrediente segreto, che non ci è possibile conoscere.

Va detto che il fallimento delle ricerche sulla fusione fredda fino a oggi non è mai stato netto e indiscutibile: le evidenze sperimentali registrano una produzione di energia non spiegabile se non con una reazione nucleare. Il problema è sempre stata la resa di queste macchine in termini economici e di efficienza. In altre parole: la fusione probabilmente c’è, ma il gioco non vale la candela.

A tutto questo, ora va però aggiunto l’apporto determinante dell’ingrediente segreto scoperto da Andrea Rossi, grazie al quale l’esperimento Piantelli/Focardi è stato riproposto alla comunità scientifica mondiale.

Il 14 gennaio 2011 doveva essere la data epocale, la svolta annunciata dell’umanità, attorno alla quale si era scatenata un’attesa furibonda, alimentata dai noti canali della contro-informazione internettiana. Inutile dire che l’esperimento è stata una delusione totale.

La macchina realizzata da Rossi e Focardi (professore all’università di Bologna e già coautore dell’esperimento precedente) era una scatola di metallo circondata da vari accrocchi ricoperti di carta stagnola, chiusa agli occhi e alla curiosità degli scienziati presenti, ai quali è stata impedita qualunque misurazione, comprese quelle delle radiazioni emesse dalla macchina.

La massiccia produzione di calore è divenuta così un aspetto secondario dell’esperimento, visto che gli astanti non hanno potuto verificarne l’attendibilità a causa dei troppi omissis. La segretezza del processo è stata spiegata con la motivazione dell’assenza di brevetto e la necessità tutela della proprietà industriale di eventuali applicazioni.

Necessità che ovviamente supera l’interesse a fare dell’esperimento qualcosa di diverso da una pagliacciata, tanto che la natura dell’ingrediente segreto è stata nascosta persino al prof. Focardi, coautore dell’esperimento.

La delusione della comunità scientifica e dei numerosi fan (molto attivi e caldi nei forum internet dedicati all’argomento) non deve preoccupare: la prossima data epocale, la svolta annunciata dell’umanità, sarà in novembre, in Grecia. L’azienda di Rossi cercherà di dimostrare la funzionalità della sua invenzione con l’installazione di un impianto da 1MW. Appuntamento in autunno in terra ellenica, dunque, con gli animi già da adesso surriscaldati.

Allo stato attuale delle conoscenze non siamo in grado di dire se Andrea Rossi sia genio o ciarlatano. Oddio, dati i suoi trascorsi un’idea ce la siamo fatta, ma il problema non è questo. Piuttosto, vediamo con preoccupazione il clima di attesa che si sta creando attorno a questi eventi, certamente creato ad arte per ottenere finanziamenti da qualche credulone, ma che trova una risposta eccezionale nella gente.

Si tratta del miraggio dell’energia illimitata a basso costo di cui abbiamo già parlato con preoccupazione. Siamo una popolazione drogata di petrolio, che vede con terrore non solo la fine, ma anche la razionalizzazione di questa fonte di energia. E allora cerchiamo nei tecnomaghi l’illusione dell’energia illimitata e gratuita.

Se l’ingrediente segreto di Rossi funzionasse, tra qualche anno per esempio ci troveremmo ad avere a che fare con la scarsità di nichel, metallo su cui questa bizzarra tecnologia si basa.

È assai diseducativo propagandare l’energia quasi gratis, ostacolata solo da complotti orditi da misteriosi poteri forti, per sfruttare fino in fondo le attuali costose fonti. È un atto di disinformazione per certi versi criminale. L’energia a basso costo (petrolio, gas e carbone) è la maggior responsabile del disastro.

Ma la sostenibilità che noi andiamo cercando non si limita al risparmio delle fonti energetiche, copre tutto ciò che stiamo selvaggiamente consumando: materie prime (metalli, fosfati), ma anche cibo, acqua, aria, territorio, relazioni col prossimo, qualità della vita in generale. Se anche trovassimo energia gratuita e illimitata, probabilmente la utilizzeremmo per correre più velocemente verso l’autodistruzione.

 

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Un documentario di RaiNews24: