Nonostante vent’anni di informazione subliminale neo-liberista, la stragrande maggioranza degli italiani ha sottratto acqua ed energia atomica dalle mani delle multinazionali. Miracolo.

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Ammettiamolo: la vittoria ai referendum è stata favorita dall’emozione per il disastro di Fukushima e pure dall’ondata di insurrezione non violenta anti-politica, che dal Magreb si è trasferita alla Spagna.

Ma, nonostante tutto, rimane una vittoria epocale, che stabilisce una volta per tutte la volontà del popolo, a prescindere da quanto gli viene impartito da parte dell’informazione.

Lasciamo da parte le beghe personali del presidente del consiglio: il quesito sul legittimo impedimento ha un’importanza relativa. Il dato che ci fa pensare (e sognare) nasce dalla risposta degli italiani al quesito sull’energia nucleare e soprattutto ai due quesiti sull’acqua.

Una risposta che è andata in direzione ostinata e contraria, per citare il Poeta, a tutta l’ideologia dell’efficienza del privato contro il pubblico sprecone, un’ideologia che ci è stata propinata in maniera sia palese che subliminale, ma ovunque senza contraddittorio, come fosse un dogma, dai media, dalla pubblicità, dai politici di destra e di (pseudo)sinistra.

La risposta negativa non è giunta da un élite di intellettuali, ma dal Popolo con la P maiuscola: perché solo così può essere chiamato il 57 % degli italiani, un numero così imponente da non poter essere identificato dai soli elettori del centro-sinistra.

Il Popolo, non l’élite di intellettuali, ha capito che non si tratta di privati, ma di multinazionali, e che il pubblico, ladro e sprecone, è in realtà il Popolo stesso. Popolo che a volte può essere male amministrato, ma che all’occorrenza sa anche scuotersi, come sta iniziando a fare ora.

Non so bene come sia potuto avvenire questo miracolo, ma so che è avvenuto, e tutto è partito dal basso, da comitati nati da semplici cittadini, che in poco tempo hanno saputo raccogliere prima un milione e quattrocentomila firme, e poi ventisei milioni di voti.

Ora guarderò con meno terrore lo strapotere del tiranno, “perché lui c’ha le televisioni”. Se le cose stanno come si è visto oggi, sappiamo bene cosa può farsene, delle sue televisioni.