Gli orti collettivi sono un luogo dove le persone praticano al di là del concetto di proprietà privata, orti dove non esiste una suddivisione in appezzamenti per ogni singola persona, ma tutto il gruppo di persone che si dedica alla coltivazione condivide tutte le fasi di lavoro di tutto l’orto.

Cerchiamo così di coniugare il ritorno alla terra e la sperimentazione di una nuova capacità di collaborazione, che dimostri la possibilità concreta con piena soddisfazione di tutti di superare l’individualismo sfrenato tipico della società attuale.

 

Il secondo orto collettivo in valpolicella sta nascendo in questi giorni, come per il primo orto in entrambe queste due esperienze è stata fatta la scelta di adottare tecniche di coltivazione il più vicine possibili agli equilibri naturali, prendendo ispirazione dall’agricoltura sinergica o da quella naturale di Masanobu Fukuoka.

Il primo orto collettivo in valpolicella è nato dopo il ciclo di incontri organizzato dal Gaspolicella sulla transizione http://www.quarei.it/matonele/?p=2258 ed è al secondo anno di attività, guardate le foto sul sito del gasopolicella: http://www.gaspolicella.org/Notizie/OrtoSinergico.html mancano le immagini del momento del raccolto che è stato abbondante ma rendono comunque l’idea.

Il secondo orto collettivo sta prendendo avvio in questi giorni grazie all’associazione Terra Viva (http://www.terravivaverona.org/) che ha fatto una convenzione di 4 anni con il comune di S. Pietro In Cariano, con la collaborazione di Claudio Rossi che ha in gestione la parte dell’uliveto del terreno in cui verrà avviata questa esperienza.

Appena è girata la notizia di un orto collettivo ci sono state subito 15 adesioni e nonostante la pioggia di questi giorni c’è stata una prima visita sul campo. In entrambe le esperienze di orto collettivo la presenza di matonela Lucio De Conti, che fa parte  del gaspolicella e delle matonele, e che ha fatto da tramite fra le varie realtà del territorio è stata utile se non indispensabile

Ci sono anche persone alla prima esperienza desiderose di iniziare, il bello di queste proposte è proprio questo, le persone hanno voglia di “tornare” alla terra, ma non solo, hanno il desiderio di sperimentare il lavoro collettivo, la collaborazione al posto della competizione.

Queste esperienze fanno ben sperare in un futuro migliore per l’umanità, persone che si incontrano sorridenti e che sono disponibili a condividere un progetto e un lavoro comune anche se non si conoscono. Speriamo che queste due prime esperienze funzionino da esempio e siano da fertilizzante per molte altre simili.