Rivoluzione copernicana della politica o puro esercizio spirituale da parte di un’elite? Uovo di colombo che apre nuove prospettive per  l’economia mondiale, o antidepressivo sociale per intellettuali sgomenti di fronte all’aggressività del neo-liberismo? La decrescita felice fa i conti con la recessione,  e fioccano le polemiche.

Suscita scalpore un dossier sulla decrescita pubblicato sulla rivista ‘Valori’, edita da Banca Etica, di cui linkiamo l’editoriale proveniente direttamente dalla tastiera di Andrea Di Stefano, direttore della testata.

Caso vuole (ma forse non è stato completamente un caso…) che il dossier arrivi a ridosso dell’appena concluso convegno internazionale sulla decrescita a Venezia. La replica di autorevoli esponenti del mondo della decrescita è stata rapida e stizzita.

Siamo da sempre consci dei limiti del nostro pianeta, e vicini ai vari movimenti della decrescita (che spesso non sono, ahinoi, molto vicini tra loro), ma abbiamo riscontrato anche noi una certa distanza della teoria dalla realtà.

Più volte abbiamo cercato di sollecitare i decrescenti a una discussione sulle pratiche concrete in occasione di particolari situazioni (vedi qui e qui), ma ne abbiamo ottenuto risposte sempre non soddisfacenti.

Ci piacerebbe sentire la vostra opinione.