Con qualche intoppo, prosegue la campagna lanciata su veramente.org per una più stretta regolamentazione della velocità stradale.

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Firma la petizione

Purtroppo siamo in una società globalizzata, e i server di Avaaz, dove è stata avviata la petizione, sono rimasti sommersi dal ciclone Sandy, per cui il servizio è stato sospeso o fortemente limitato per parecchi giorni.

Sono le contraddizioni cui siamo quotidianamente sottoposti. Noi che vorremmo una civitas piccola e conviviale, rapporti diretti e umani, un’economia basata sulle relazioni, in contatto stretto con la natura, siamo stati limitati da un uragano dall’altro capo del mondo.

Comunque ora pare che vada meglio: verificate che la vostra firma sia stata registrata (provate a firmare di nuovo) e riprendete, se volete, a pubblicizzare la petizione verso i vostri contatti.

A proposito di contraddizioni: prima di avviare la campagna, mi sono confrontato con le co-matonele. Non mi convincevano due aspetti: l’imposizione di nuove regole e l’utilizzo di tecnologia.

Per un animo libertario (nel senso anarchico del termine) come il mio, l’imposizione di nuove norme restrittive risulta insopportabile.

A questo aggiungerei il problema tecnologico: mi sono imposto di non tentare di risolvere un problema con lo stesso strumento che l’ha creato. Se siamo assediati da un traffico troppo veloce (e quindi pericoloso) è a causa della tecnologia. Cercare di risolvere questo problema con un apparecchietto elettronico (ulteriore tecnologia) è paradossale.

Ma mi sono convinto. Sul versante delle regole, va detto che la petizione non impone nuove norme ma semplicemente il rispetto di quelle esistenti. E lo strumento è sì coercitivo, ma non punitivo (come per esempio l’autovelox). Oltre tutto, può essere comodo viaggiare senza dover controllare il rispetto dei limiti. Sempre per chi se ne preoccupa, ovviamente.

L’aspetto tecnologico è solo un adeguamento ai tempi e alle mutate situazioni. Il grosso delle norme stradali è stato progettato quando il traffico era una frazione minima di quello attuale, per cui l’apparato tecnologico era inadeguato, e infatti è stato continuamente modificato (limiti alle emissioni, ABS, airbag eccetera).

È sbagliato considerare lo spostamento in auto come un diritto naturale, e quindi considerare le regole del codice della strada un limite al godimento di questo diritto. Le cinture di sicurezza, il casco, i limiti di velocità, un impianto frenante efficiente e così via, sono nient’altro che la dotazione minima per poter condurre un mezzo motorizzato in strada pubblica.

L’uso dell’auto è un’opzione tecnologica, e come tale ha delle regole e dei limiti qui e ora, che vanno rispettati.

I morti e gli invalidi sulla strada chiedono considerazione.