mela marciaIn un momento in cui l’economia vacilla e molti credono nelle nuove tecnologie per trovare una via di salvezza c’è chi ha grandi dubbi sulla capacità salvifica di queste, in particolare se per produrre queste tecnologie a basso costo (per noi) da altre parti del mondo qualcuno deve morire. Se non c’è certezza scientifica sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche per la nostra salute, tale da sconsigliare l’uso dei cellulari, direi che ci sono meno dubbi sul fatto che sono indirettamente molto pericolosi per altri lontani da noi dove si muore davvero.

Avevo già messo in dubbio la sostenibilità etica delle nuove tecnologie parlando della guerra in Africa intorno ai giacimenti di terre rare,  minerali indispensabili per telefonini e altre tecnologie che non esisterebbero senza (Un altro motivo che non mi fa amare i telefoni cellulari)

Ora una notizia (ANSA) riporta l’attenzione su queste meraviglie della tecnologia: un ragazzo di 15 anni è morto dopo aver lavorato per un mese presso una fabbrica della Petragon di Taiwan che produce l”iPhone 5′ per la Apple. La Apple naturalmente ha subito negato un collegamento fra la morte del giovane e il lavoro presso la fabbrica, ma un gruppo di attivisti statunitense che si batte per la difesa dei diritti dei lavoratori sostiene che per aggirare il divieto di assumere minorenni avrebbero falsificato i suoi documenti. Inoltre sia la legge cinese, sia le policy di Apple prevedono che gli operai debbano lavorare per non più di 60 ore a settimana mentre, a quanto sostengono gli attivisti, gli ingressi e le uscite mostrano che il giovane ne lavorava sempre quasi 80 a settimana.

Non è la prima volta che da fornitori della Apple in Cina arrivano notizie poco rassicuranti sul rispetto dei lavoratori, negli ultimi mesi ci sono state cinque morti di operai nella stessa fabbrica.

A luglio su rassegna.it pubblicavano un articolo sulle condizioni di lavoro in Cina delle fabbriche che lavorano per la Apple: In tre fabbriche della Pegatron, subfornitore di componenti per iPad, iPhone e computer, si consumerebbero qualcosa come 86 violazioni dei diritti del lavoro, 36 contravvenzioni alla legge e una cinquantina di infrazioni etiche, tra cui orari di lavoro ben oltre i limiti consentiti, impiego di minorenni, discriminazione di donne incinte e di persone over 35.

Viviamo in questa parte del mondo dove sembra non si possa fare a meno di questa tecnologia, ne prendo atto, ma almeno non idolatriamola e cerchiamo di far durare il più possibile questi accidenti di aggeggi evitando sopratutto di correre dietro alle mode e all’ultima novità.