Allagamenti, frane e esondazioni, l’Italia si dimostra un territorio fragile che non ce la fa già ora a reggere le prime conseguenze dei cambiamenti climatici.
Ieri 31 gennaio 2014 si parla di violenta ondata di maltempo, sono finite sotto acqua le popolazioni a nord di Roma con l’acqua che invade strade, case e negozi, nel Pisano e nelle zone del fiume Arno esondazioni e cittadini evacuati per il pericolo che le cose peggiorino, nel nord est situazione critica per le piene di numerosi corsi d’acqua per non parlare delle numerose frane.
Sono trascorsi solo 4 giorni dall’ultima emergenza in Campania del 25 gennaio con frane e allagamenti e poco più di 10 giorni dal 19 gennaio con gli allagamenti nel modenese che colpiscono proprio le zone terremotate (leggi in calce la corrispondenza con Elisa una produttrice “adottata” dal GASpolicella dopo il terremoto del 2012), due giorni prima il 17 gennaio frane e allagamenti in Toscana e in Liguria. E non erano passati molti giorni dal 5 gennaio con allagamenti e frane in Liguria, allerta e disagi in Campania, Toscana e nella zona di Roma.
Sembra un incalzante resoconto di guerra ed è solo il mese di gennaio, ricordiamo solo un mese prima l’alluvione del 18 novembre in Sardegna.
Quello che emerge è che non sono i grandi fiumi a esondare e a creare pericoli e disagio ma sono una miriade di piccoli corsi d’acqua se non addirittura i sistemi di scolo dell’acqua piovana che collassano. Per non parlare delle frane che oramai si stanno verificando in tutti i territori da nord a sud ogni volta che piove.
Nei media si usa un nuovo termine: “bomba d’acqua”, si parla giustamente di dissesto idrogeologico dovuto alla manomissione del territorio da parte dell’uomo, ma nessuno propone un ripensamento del nostro idiota stile di vita. Da quanti anni il mondo della scienza ci avverte che stiamo cambiando il clima del pianeta e che le conseguenze, per quanto non siano prevedibili, certamente saranno disastrose? E’ da più di 40 anni che ci sono studi e pubblicazioni sui limiti dello sviluppo e di conseguenza dell’inquinamento.
Pubblicato nel 2013 il nuovo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, frutto del lavoro di quasi 2500 esperti, sostiene senza mezzi termini che il riscaldamento del clima della Terra è inequivocabile e i cambiamenti non hanno precedenti.
Che dire: chi è causa del suo mal pianga se stesso.