Nata in seno alle Matonele, l’iniziativa Exit (già Orwell 2.0) si propone di farci fare un passo indietro rispetto alla tecnologia dominante. Per far questo, occorre uno sguardo critico e competente sugli strumenti con cui la web economy distrugge la nostra privacy e altera i nostri comportamenti sociali.

Nei precedenti incontri ci eravamo lasciati con l’idea di tradurre in pratica la nostra volontà di essere lasciati in pace dalla Bestia. Intendiamo per Bestia l’insieme dei colossi del Web 2.0 (Google, Apple, Facebook, Amazon, Uber, AirB&B, Booking, TripAdvisor, Fiverr, Twitter, Microsoft, etc.). Quali sono i motivi di questa nostra azione? Tre, io credo:

  1. non vogliamo farci tracciare dalle multinazionali che hanno messo in piedi un sistema in grado di registrare ogni nostro messaggio, contatto con altri, immagine o spostamento che passa dai nostri telefonini, per cui vogliamo costituire una rete nostra, che offra servizi paragonabili a quelli dei giganti del web (uguali non è possibile, ci manca giusto qualche miliardo di dollari), orientati sopra tutto ai dispositivi mobili;
  2. tecnicamente Internet in origine è nata libera di fatto, non centralizzata ma distribuita. Non gerarchizzata, ma collaborativa. Ultimamente i potenti hanno risolto i problemi di natura tecnica che li rendevano incapaci di ottenere ulteriore potere dalla rete, sfruttando la debolezza delle persone. Come ci sono riusciti? Mettendo a disposizione servizi gratuiti molto performanti e accattivanti. Ora, grazie alla Bestia, siamo noi, spesso inconsapevoli, a ordinare che le nostre comunicazioni passino attraverso i server di Google, Amazon, Facebook, Apple. Un accentramento gerarchizzato di fatto. Così Internet, nata libera, nonostante tecnicamente non sia cambiata, si ritrova in una gabbia grazie alle abitudini di noi tutti;
  3. se crediamo nella necessità di impegnarci per un mondo migliore è bene conoscere chi sono i potenti di oggi per evitare di mettere nelle loro mani tutte le informazioni su di noi che facciamo circolare in Internet, nella classifica delle multinazionali più ricche al mondo nei primi otto sei sono web 2.0: al 1° posto c’è la Apple, al 2° Alphabet (Google), al 3° la Microsoft e al 4° la Amazon. (fonte: Vera Finanza)

Giovedì 11 ottobre, alla presenza di un pubblico che ha riempito la sala conferenze della Sobilla, si è svolta la serata di presentazione del progetto Exit/Pillola Rossa.

Di cosa si tratta? Il gruppo che si riunisce intorno al progetto EXIT vuole semplicemente permettere, a chiunque lo voglia, di essere lasciati in pace dalla Bestia. In altre parole impedire ai colossi del web di schedarci e tracciarci a nostra insaputa.
Nasce così il Laboratorio Pillola Rossa, che periodicamente, presso la Sobilla, trasformerà in diretta un cellulare guinzaglio in un attrezzo di liberazione.

Poi siamo passati a parlare del progetto Exit nella pratica. Le regole da seguire per l’autoliberazione dal dossieraggio dei colossi web sono 4:

 1. Uscire dalla dipendenza
Exit non è solo un progetto tecnologico, prima di tutto dobbiamo convincerci che buona parte della tecnologia che ci viene spacciata come salvifica in realtà è tossica. Per questo dobbiamo diffondere consapevolezza sulla necessità di fare un passo indietro rispetto all’uso compulsivo che se ne fa e a iniziare a disintossicarci.

2. Craccare lo smartphone
Nel contempo ci rendiamo conto che viviamo in un mondo iperconnesso, e dobbiamo relazionarci con i nostri simili, per lavoro, amicizia, vita sociale, famiglia, etc. Non tutti possiamo rinunciare allo smartphone, per cui le strade sono due: limitare la potenza spionistica degli smartphone che abbiamo, oppure, meglio ancora, craccare lo smartphone, installarvi un software libero e le app che non ci spiano.

 3. Usare strumenti liberi
Al sistema operativo libero dovranno essere affiancate app che rispettino la privacy e non incitino all’uso compulsivo del cellulare. Magari non tutti siamo pronti a rinunciare a Whatsapp, o Facebook, ma è bene iniziare a sperimentare, accanto a questi, un minimo di servizi informatici liberi da spionaggio e dominio. La comunità di Exit intende offrirli. Avranno necessariamente una qualità inferiore a quelli di Google & C., ma saranno dignitosi. E non saremo spiati da nessuno.

Intendiamo gestire uno o più server che possano offrire

posta elettronica,
cloud, (spazio di archiviazione personale, accessibile in qualsiasi momento e luogo da una
qualunque connessione ad Internet)
sincronizzazione rubriche e agende,
mailing list,
etc.

Tutto ciò ha un costo, non eccessivo, ci auguriamo, che dovrà essere coperto da ciascuno di noi per la partecipazione a questa comunità di resilienza.

4. ri-decentralizzare la rete
Non siamo soli, anzi. Il progetto EXIT si inserisce nel più ampio progetto mondiale di ri-decentralizzazione della rete Internet.  Tra altri numerosi esempi, citiamo il progetto di Framasoft: De-google-ify Internet, oppure la sua versione italiana, servizi.linux.it, promossa da Italian Linux Society, o ancora i progetti Nextcloud / owncloud, per la gestione autogestita di servizi cloud, il noto progetto LineageOS, e il social network Diaspora.

P.S.: abbiamo anche messo a disposizione un migliorabilissimo sito web: https://www.3x1t.org

La prima Pillola Rossa si è svolta il 30 ottobre. Vedi resoconto (con video).

Per seguire l’iniziativa, scrivi a Exit.