Le “matonele”: donne e uomini in transizione verso un’altra società

Siamo un gruppo di persone che ha partecipato al lungo percorso per promuovere nel veronese la costituzione di un Distretto di Economia Solidale, dopo le esperienze di questi anni ora stiamo riflettendo sul fatto che un progetto di DES che comprende una provincia intera con centinaia di migliaia di esseri umani, con territori profondamente diversi fra di loro, rischia di essere una via di mezzo fra l’attuale modello sociale (che punta sempre a strutture di grandi dimensioni) e il villaggio/piccola comunità, che per noi rappresenta la dimensione sociale ideale, in sintonia con la visione di due grandi personaggi del 900 a cui ci ispiriamo Ivan Illich e Gandhi.
Ivan Illich ha criticato duramente il nostro modello socio economico sostenendo che la relazione che noi abbiamo con gli altri e con l’ambiente si può definire in base agli strumenti che utilizziamo, gli strumenti socio economici attuali proprio a causa delle loro dimensioni tendono a scollegare gli individui dagli altri individui e dall’ambiente, la capacità di relazionarsi che ha oggi un individuo è un riflesso condizionato a messaggi che arrivano tramite un sistema artificiale da un’altra persona che non conoscerà mai se non addirittura dal sistema stesso, che è all’estremo opposto del rapporto conviviale che propone Illich che è l’opera di persone che partecipano assieme alla creazione della vita sociale.
La visione di Gandhi si esprime nel concetto di Swadeshi, una economia centrata sulle piccole comunità ogni una in grado di vivere autonomamente, in pratica autosufficienti, con interconnessioni fra loro per creare la nuova India che sognava Gandhi.
Swadeshi è la vera via per la pace: la pace con se stessi, fra i popoli e con la natura. Gandhi disse anche: c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di ognuno ma non abbastanza per l’avidità di ognuno.
Siamo convinti che solo la piccola comunità, dove tutti si conoscono, rende gli esseri umani più capaci di aiuto reciproco, luoghi dove tutti si prendono cura del benessere degli altri e di quello del territorio dove vivono.

Scopi

Il gruppo delle matonele persegue i seguenti scopi:

a) partecipare alla trasformazione della società e della cultura verso forme orientate a una visione cosmocentrica, dove l’uomo sia parte e non padrone della natura, e possa vivere in armonia con tutte le specie, nel rispetto dei ritmi naturali;

b) partecipare alla trasformazione della società e della cultura verso forme inclusive, dove siano valorizzate le differenze e siano rispettati i diritti (e i limiti) di ogni persona e delle generazioni;

c) partecipare alla realizzazione di un mondo in Pace, a partire dalla consapevolezza e dalla responsabilità dei gesti quotidiani di ogni singolo cittadino, fino ai comportamenti sociali per incidere nel ruolo delle istituzioni e degli attori economici;

e) partecipare alla promozione e allo sviluppo del consumo consapevole e del concetto di decrescita intenzionale.

Azioni

Nel raggiungimento di tali scopi il gruppo delle matonele si propone di:
a) sperimentare nel quotidiano un diverso stile di vita, sobrio e allegro, più aperto alle relazioni, alla condivisione e meno dipendente dai beni materiali;
b) favorire e partecipare alla realizzazione di comunità spontanee di economia solidale nel territorio veronese;
c) promuovere, facilitare e realizzare la produzione e lo scambio prevalentemente locale di beni e
servizi etici, rispettosi dell’uomo universale, dell’ambiente, e con il giusto prezzo (trasparente,
adeguato per il venditore, accessibile al fruitore);
d) promuovere stili di vita e di consumo sempre più essenziali ed equilibrati, improntati sulla
sobrietà e sulla consapevolezza delle scelte, e centrati sulle relazioni piuttosto che sul possesso;
e) promuovere e sperimentare strumenti e pratiche per facilitare l’accesso ai beni e servizi solidali;
f) sviluppare e facilitare una rete locale di relazioni che costituisca un punto di incontro più ampio
possibile tra fruitori, operatori economici e associazioni (culturali e non) e realtà del
territorio;
g) mantenere una mappatura aggiornata delle realtà di economia solidale del territorio, tenendo
viva la relazione con quelle conosciute e cercando il coinvolgimento di nuove;
h) diffondere e organizzare attività di formazione e conoscenza della realtà economica solidale;
i) stimolare i fruitori (altrove detti consumatori) nella formazione di gruppi di acquisto solidali
(G.A.S.);
l) coordinarsi con le altre attività già svolte sul territorio;
m) utilizzare le tecnologie informatiche libere per i propri scopi;
n) sperimentare modi di conduzione dei processi il più possibile collaborativi ed inclusivi, dove le
regole di ispirazione democratica siano il livello minimo da rispettare e vengano perseguite e
applicate norme di valore superiore che garantiscano il maggior consenso e la maggiore
partecipazione possibile dei soggetti coinvolti;
o) diffondere e organizzare attività di formazione e conoscenza sui saperi condivisi (a
esempio software, arti multimediali, codice genetico) patrimonio dell’umanità;
p) vivere più profondamente il legame con la natura, in una relazione di osservazione, ascolto,
rispetto. Vedere il luogo in cui si vive in termini di inserimento nelle caratteristiche naturali:
bacino idrico, conformazione della terra, piante e animali, suoli, clima (bioregione);
q) mantenere il collegamento con le altre realtà dell’economia solidale presenti sul territorio
nazionale e non;
r) essere attenti alla dimensione culturale del territorio, ricercare e valorizzare risorse, saperi e tradizioni locali; partecipare attivamente alle occasioni di informazione, promuovere momenti di condivisione e di scambio con altri gruppi che abbiano finalità in sintonia, partecipare alla diffusione di saperi ed esperienze sostenibili nei vari ambiti di vita (medicina naturale, tecnologie appropriate.. ecc.).

La realizzazione dei valori che ci accomunano deve avvenire con una forte attenzione al processo, “i mezzi contengono il fine”: lo stile dell’azione e della comunicazione sarà orientato al rispetto, all’ascolto reciproco e all’accettazione e alla valorizzazione delle diversità.