I ragazzi di EXIT si sono coalizzati nel comune intento di essere lasciati in pace dalla Bestia(*).
Il progetto di EXIT si articola in quattro fasi:
1. Riconoscere la dipendenza (e uscirne)
Exit non è solo un progetto tecnologico, prima di tutto dobbiamo convincerci che buona parte della tecnologia, che ci viene spacciata come salvifica, in realtà è tossica. Per questo dobbiamo diffondere consapevolezza sulla necessità di fare un passo indietro rispetto all’uso compulsivo che se ne fa, e a iniziare a disintossicarci.
2. Creare strumenti tecnologici amichevoli (craccare lo smartphone)
Nel contempo ci rendiamo conto che viviamo in un mondo iperconnesso, e dobbiamo relazionarci con i nostri simili, per lavoro, amicizia, vita sociale, famiglia, etc. Non tutti possiamo rinunciare allo smartphone, per cui le strade sono due: limitare la potenza spionistica degli smartphone che abbiamo, oppure, meglio ancora, craccare lo smartphone, installarvi un software libero e le app che non ci spiano.
3. Usare (e offrire) strumenti liberi
Al sistema operativo libero dovranno essere affiancate app che rispettino la privacy e non incitino all’uso compulsivo del cellulare. Magari non tutti siamo pronti a rinunciare a Whatsapp, o Facebook, ma è bene iniziare a sperimentare, accanto a questi, un minimo di servizi informatici liberi da spionaggio e dominio. La comunità di Exit intende offrirli. Avranno necessariamente un costo (basso) e una qualità inferiore a quelli di Google & C., ma saranno dignitosi. E non saremo spiati da nessuno. Tra i servizi ci sono posta elettronica, cloud (spazio di archiviazione personale, accessibile in qualsiasi momento e luogo da una qualunque connessione ad Internet), sincronizzazione rubriche e agende, mailing list.
4. Ri-decentralizzare la rete
Tecnicamente, Internet è nata libera: non centralizzata ma distribuita. Non gerarchizzata, ma collaborativa. Ultimamente i potenti hanno messo le mani sulla rete, sfruttando la debolezza delle persone: ovvero mettendo a disposizione servizi gratuiti molto performanti e accattivanti, e creando quindi dei monopoli. Ora grazie alla Bestia siamo noi, spesso inconsapevoli, a ordinare che le nostre comunicazioni passino attraverso i server di Google, Amazon, Facebook, Apple. Un accentramento gerarchizzato di fatto. Così Internet, nata libera, nonostante tecnicamente non sia cambiata, si ritrova in una gabbia grazie alle abitudini di noi tutti. Usare strumenti liberi permetterà alla rete di ritrovare l’antica libertà. Non siamo soli, anzi: molte organizzazioni ci supportano.
Nella classifica delle multinazionali più ricche al mondo, nei primi otto, sei sono web 2.0: al 1° posto c’è Apple, al 2° Google, al 3° Microsoft e al 4° Amazon. (fonte: verafinanza.com).